dott. Roberto Russo, nefrologo.
Il 10% della popolazione mondiale è affetto da una malattia renale cronica e di questi circa 2,6 milioni si sottopongono, nel mondo, a un trattamento dialitico. In Italia, attualmente, ci sono circa 42.000 pazienti in emodialisi e 4500 in dialisi peritoneale. La dialisi è indispensabile per sostituire la funzione renale quando i reni sono gravemente malati e non sono in grado di depurare, in maniera adeguata, l’organismo dalle scorie metaboliche che giornalmente si producono. Le principali malattie che conducono alla dialisi sono l’ipertensione arteriosa e il diabete mellito. La dialisi è un trattamento che può durare anche tutta la vita per quei pazienti che non possono accedere al trapianto renale per ragioni cliniche.
Alla tradizionale emodialisi eseguita nei centri ambulatoriali e ospedalieri, ai pazienti in dialisi, è possibile offrire l’alternativa di un trattamento dialitico domiciliare. Le metodiche sono due: la dialisi peritoneale (PD) e l’emodialisi domiciliare (HHD). La dialisi peritoneale è una metodica intracorporea che utilizza la membrana peritoneale per depurare il sangue dalle tossine uremiche. Si esegue introducendo, attraverso un catetere posizionato nella regione paraombelicale, una soluzione dialitica che viene sostituita più volte a seconda delle esigenze depurative del paziente. La sostituzione della soluzione di dialisi si può eseguire manualmente (CAPD) sfruttando la forza di gravità o con l’ausilio di macchine (APD). Nel primo caso la soluzione viene sostituita fino a quattro volte durante le ore diurne mentre nel secondo caso gli scambi avvengono automaticamente durante il riposo notturno del paziente. L’addestramento alla dialisi peritoneale richiede al massimo una settimana e viene effettuato presso il centro di dialisi o, su richiesta, a casa del paziente.
L’emodialisi è una metodica extracorporea che, attraverso l’utilizzo di macchine, filtra il sangue rimuovendo le tossine uremiche. Per questo trattamento il paziente deve avere un accesso vascolare (fistola arterovenosa o catetere venoso centrale) che consente di accedere al sangue che deve essere depurato. L’emodialisi domiciliare si esegue con macchine da dialisi appositamente progettate per questo uso. Il paziente necessita di un partner, generalmente un parente, opportunamente addestrato. L’addestramento all’emodialisi domiciliare è più complesso di quello della dialisi peritoneale e richiede da uno a due mesi.
La dialisi domiciliare, sia che si tratti di peritoneale o emodialisi, è una scelta che può migliorare la qualità di vita di questi pazienti. I trattamenti sono flessibili negli orari di esecuzione e pertanto sono più compatibili con le attività quotidiane compresi il lavoro e la frequenza scolastica. Il paziente non è vincolato ai ritmi e agli orari dei centri ambulatoriali e ospedalieri.
Il paziente che si sottopone a dialisi domiciliare non è solo al proprio domicilio perché può contare su un monitoraggio costante del suo trattamento. Con l’ausilio delle nuove tecnologie, può essere controllato da remoto e sottoposto a televisita. Disponiamo di machine per dialisi peritoneale ed emodialisi che possono essere programmate a distanza e che sono in grado di comunicare i principali parametri del trattamento alla sala di controllo del centro dialisi. Inoltre, con specifici dispositivi, è possibile monitorare da remoto numerosi dati clinici quali il peso corporeo, la pressione arteriosa, la temperatura, la saturimetria ecc.
Nel corso della recente pandemia, la dialisi domiciliare ha dimostrato di essere la scelta migliore per contenere la diffusione dell’infezione da Coronavirus. Numerosi studi hanno dimostrato una minore diffusione del Covid-19 tra i pazienti in dialisi domiciliare rispetto a quelli in dialisi ambulatoriale perché solo la domiciliare è stata in grado di garantire il corretto isolamento e distanziamento.
Attualmente, in Italia, meno del 10% dei pazienti con malattia renale cronica sono trattati con le metodiche di dialisi domiciliare ed è auspicabile una loro sempre maggiore diffusione.
Chi è Roberto Russo
Responsabile dell’U.O. di Dialisi Domiciliare della U.O.C. di Nefrologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico di Bari. Specializzato in Nefrologia presso l’Università di Modena e in Malattie Infettive presso l’Università di Bari è stato coordinatore del Gruppo di Studio di Dialisi Peritoneale della Società Italiana di Nefrologia. Nel 2010 e nel 2021 è stato il Presidente del XV e XX Congresso Nazionale di Dialisi Peritoneale. Esperto nelle metodiche di dialisi domiciliare ha formato più di 300 nefrologi italiani alla dialisi peritoneale. Attivo nella ricerca clinica ha pubblicato più di 130 lavori su riviste nazionali ed internazionali.
Per maggiori informazioni scrivere a: roberto.russo@policlinico.ba.it