L’assessore Raffaele Piemontese: “Un modello di sanità territoriale che vogliamo replicare nel resto della regione”
Un modello di sanità territoriale integrata, vicino ai cittadini, che anticipa i bisogni di salute prima che diventino emergenze. Con l’attivazione del Punto Unico di Accesso e della Centrale Operativa Territoriale nel Distretto Socio Sanitario di Cerignola, la Regione Puglia segna un passo avanti decisivo nell’attuazione della riforma della sanità territoriale prevista dal DM 77/2022, dando concreta attuazione alla Missione 6 del PNRR.
Cerignola è, infatti, la prima realtà pugliese ad attivare questo modello organizzativo che, superando la logica degli sportelli fisici frammentati, punta su un sistema coordinato e tecnologicamente connesso, con il Comune di Cerignola capofila a fungere da “hub” e i Comuni limitrofi di Orta Nova, Carapelle, Stornara, Stornarella e Ordona come “spoke” collegati in rete.
Un approccio che garantisce una presa in carico efficace, tempestiva e appropriata, assicura equità di accesso ai servizi e rende più facile la vita a chi è più fragile: anziani soli, pazienti cronici, disabili, cittadini con bisogni complessi.
“Questa di Cerignola è la prima esperienza operativa in Puglia che dà piena attuazione al nuovo modello di assistenza territoriale previsto dal DM 77, il decreto che, in seguito alla dura esperienza del COVID-19, ha riformato il sistema spingendo la sanità vicino a casa”, ha detto il vicepresidente della Regione Puglia e assessore alla Sanità, Raffaele Piemontese, presente alla firma del protocollo d’intesa tra Distretto Socio Sanitario di Cerignola e Ambito Territoriale Sociale per la gestione condivisa del PUA che rappresenta la “porta d’ingresso” all’intera rete dei servizi sanitari, sociosanitari e sociali.
La firma e l’illustrazione dell’intesa sono avvenute nella sede del Distretto Socio Sanitario in via XX Settembre alla presenza oltre che del vicepresidente Piemontese, del sindaco di Cerignola, Francesco Bonito, dell’assessora comunale al Welfare, Maria Dibisceglia, del direttore generale dell’ASL di Foggia, Antonio Nigri, e della direttrice del Distretto, Mina De Gennaro.

“La Regione Puglia è presente per riconoscere un lavoro che va nella giusta direzione di costruire una sanità più vicina e capace di semplificare la vita alle persone”, ha aggiunto Piemontese, sottolineando che il PUA “mette fine alle corse da un ufficio all’altro, alle file inutili, ai documenti da portare a mano: un’anziana sola non dovrà più chiedere a un familiare di accompagnarla fisicamente a ogni sportello per un’informazione, né un paziente cronico dovrà raccontare da capo la propria storia a ogni passaggio; saranno gli operatori a fare rete, a coordinarsi, a far partire da remoto le risposte giuste”.
“È il sistema che va incontro al cittadino, e non il contrario — ha concluso l’assessore regionale alla Sanità — e questa è politica nel senso più alto: mettere in campo soluzioni che semplificano la vita: un modello che vogliamo replicare nel resto della Puglia”.
“La sottoscrizione dell’intesa – ha affermato Antonio Nigri – è esempio concreto della capacità di fare alleanza tra le istituzioni, per essere filiera e azzerare le distanze con i cittadini, in modo da rispondere in maniera diretta, tempestiva e appropriata al bisogno di salute e promuovere sul territorio il benessere della comunità”.

Cos’è il PUA
Il Punto Unico di Accesso è il front office dedicato all’accoglienza e all’ascolto del cittadino. Opera come porta di accesso all’intera rete dei servizi e svolge funzioni di:
– informazione e orientamento su diritti, servizi e interventi;
– raccolta della segnalazione del bisogno;
– attivazione e coordinamento delle attività tra i professionisti coinvolti nella presa in carico.
Nell’ambito del modello integrato promosso dal Decreto del Ministero della Salute n. 77 del 23 maggio 2022, recante “Modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel Servizio Sanitario Nazionale”, uno dei decreti attuativi della Missione 6 – Salute del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il PUA rappresenta un nodo strategico del sistema sociosanitario, capace di attivare precocemente i percorsi assistenziali adeguati, contenere la cronicizzazione, ottimizzare le risorse e garantire un accesso equo e non discriminatorio ai servizi.
Il protocollo firmato oggi consente l’integrazione operativa tra sanità e servizi sociali attraverso:
– la valutazione multidimensionale condivisa del bisogno;
– l’individuazione del setting assistenziale appropriato, ad esempio assistenza domiciliare integrata, strutture intermedie, servizi sociali;
– l’attivazione coordinata degli interventi, basata su criteri di appropriatezza, tempestività e continuità.
Le istituzioni firmatarie si sono impegnate a monitorare congiuntamente l’efficacia del modello, aggiornandolo in base all’evoluzione normativa o ai bisogni emergenti.
