Home Approfondimento Endometriosi: un pronto riconoscimento preserva la fertilità

Endometriosi: un pronto riconoscimento preserva la fertilità

dott. Mario Scioscia, ginecologo.

Marzo è il mese della consapevolezza sull’endometriosi, una patologia che colpisce una donna su 10 in età fertile. Questa patologia è determinata dal tessuto che normalmente riveste internamente l’utero che si ritrova, invece, su altri organi pelvici, determinando infiammazione e dolore. Le lesioni endometriosiche e l’infiammazione, a loro volta, possono determinare un danno degli organi riproduttivi riducendo la fertilità ma anche compromettere la funzionalità di organi importanti quali intestino, vescica e ureteri. Più raramente, l’endometriosi può localizzarsi su organi più distanti quali il fegato, il diaframma e i polmoni.

La forte sintomatologia legata all’endometriosi determina spesso una significativa alterazione della qualità di vita, inizialmente durante la fase mestruale per poi diventare, nel tempo, un dolore cronico anche al di fuori della mestruazione. Le donne che ne soffrono riferiscono dolore mestruale, meno frequentemente durante i rapporti e alla defecazione, a volte alla minzione impattando in maniera importante sulla qualità di vita personale, sociale e lavorativa.

La limitata consapevolezza di questa patologia giustifica il ritardo diagnostico. Invece, un pronto riconoscimento della patologia permette un trattamento tempestivo che limita i danni, preserva la fertilità e migliora la qualità di vita delle pazienti. Il tipo di trattamento è dipendente da diversi fattori e va personalizzato in base ad una diagnosi quanto più precisa possibile dell’estensione della patologia e di eventuali danni d’organo significativi. La corretta valutazione della paziente parte da un’accurata anamnesi e visita pelvica quindi una ecografia ginecologica dettagliata con lo specialista (ecografia di II livello). In base ai reperti, si può effettuare la risonanza, la TAC o altri esami più indicati in base agli organi coinvolti, con esperti in endometriosi.

La terapia cardine è quella ormonale, la pillola contraccettiva, e, quando necessaria, la terapia chirurgica. Il gold standard chirurgico è il trattamento laparoscopico con esperto che permette di rimuovere tutta l’endometriosi presente al momento dell’atto operatorio salvaguardando la funzionalità degli organi. Per i casi più complessi in Mater Dei abbiamo istituito una eccellente collaborazione tra ginecologi, chirurghi generali, urologi ed endoscopisti che, con approccio laparoscopico o robotico, a seconda dei casi, permette interventi con più specialisti coinvolti simultaneamente.

Nel corso degli anni, sono state validate tecniche specifiche per ciascuna localizzazione come, in caso di endometriosi ovarica, l’asportazione della sola cisti (stripping) preservando tutto il tessuto ovarico sano adiacente o le tecniche di nerve sparing (salvaguardia dei nervi e delle strutture nervose) per le lesioni profonde, garantendo una preservazione della funzionalità degli organi pelvici (intestino e vescica). Più recentemente, abbiamo contribuito nell’implementazione della tecnica, introducendo il “nerve and vascular sparing”, come abbiamo recentemente pubblicato su una prestigiosa rivista internazionale. Questa tecnica permette di associare la preservazione delle strutture vascolari (aspetto nuovo) a quella delle strutture nervose (tecnica già da anni consolidata) garantendo, non solo il corretto funzionamento degli organi, ma anche una appropriata vascolarizzazione e nutrimento. Quest’ultimo aspetto riduce il rischio di complicanze postoperatorie e garantisce una più rapida ripresa funzionale.

Un ruolo importate è giocato dai medici di famiglia, ginecologi del territorio, gastroenterologi, radiologi che sospettano o riscontrano l’endometriosi e riferiscono le pazienti agli esperti. Grazie a questo, si possono accorciare i tempi di ritardo diagnostico ed instaurare tempestivamente i trattamenti più appropriati. La consapevolezza dell’endometriosi è importante per i medici in questo percorso sospetto-diagnosi-trattamento e per le pazienti per capirsi ed essere capite.

Chi è Marco Scioscia

Responsabile della Chirurgia Ginecologica del Mater Dei Hospital di Bari. Ha lavorato per dieci anni presso l’ospedale Sacro Cuore di Negrar (VR), centro internazionale per l’endometriosi, occupandosi di chirurgia ginecologica avanzata ed ecografia ginecologica di II livello. Ha lavorato per due anni in Inghilterra. Ha conseguito la specializzazione a Bari e il dottorato di ricerca presso l’Università di Tor Vergata di Roma. Attivo in ricerca scientifica con oltre 200 pubblicazioni scientifiche e 5 premi internazionali, ha conseguito l’abilitazione scientifica nazionale per Professore Ordinario. La sua casistica chirurgica conta oltre 2500 interventi di cui il la maggior parte in chirurgia laparoscopica mini-invasiva.

Per maggiori informazioni: http://www.materdeihospital.it/reparti/ostetricia-ginecologia/