Home Approfondimento La disfunzione erettile: la punta di un delicato iceberg

La disfunzione erettile:
la punta di un delicato iceberg

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Un uomo su due dopo i 50 anni a rischio di impotenza

di dott. Giuseppe Pizzuto, Urologo

La disfunzione erettile, anche detta impotenza, è l’incapacità (più o meno costante) di raggiungere e mantenere un’erezione tale da espletare un rapporto sessuale soddisfacente. Ovviamente è una definizione che lascia ampio spazio a variabilità personale, del paziente e del/della partner. Si tratta, infatti, di una problematica di coppia. Non di rado il paziente o il/la partner presentano sensi di colpa dovuti alla defàillance sessuale.

La disfunzione erettile non è una patologia rara, tutt’altro; si stima che interessi un uomo su due oltre i 50 anni, inoltre quasi un uomo su dieci tra i 30 e i 40 anni ne è colpito. E’ possibile che alla disfunzione erettile si associno altre problematiche sessuali come l’eiaculazione precoce, l’anorgasmia e il basso desiderio sessuale.

Quali sono le cause? Spesso la disfunzione erettile viene considerata come la “punta dell’iceberg” di patologie non ancora conclamate. Nove volte su dieci la disfunzione erettile è multifattoriale cioè dovuta a differenti concause. Le più comuni sono l’ipertensione, il diabete, l’ipercolesterolemia, l’insufficienza cardiaca e l’obesità. La regolarizzazione della pressione arteriosa, dei valori sanguigni di colesterolo, trigliceridi, glicemia e la riduzione del peso corporeo in caso di obesità possono migliorare la funzionalità erettile. In altri casi la problematica di base è di natura ormonale. La riduzione del testosterone (ormone sessuale maschile), l’aumento della prolattina (ormone ipofisario) o l’alterazione degli ormoni tiroidei possono ridurre sia la potenza che il desiderio sessuale.

A peggiorare ulteriormente il quadro clinico, farmaci utilizzati per la cura dell’ansia, dell’ipertensione, della dislipidemia o utilizzati per il trattamento di patologie benigne e maligne della prostata che riducono la potenza sessuale. Inoltre, come evidenziato in alcuni importanti studi, i pazienti che hanno contratto il Covid-19 hanno un aumentato rischio di sviluppare la disfunzione erettile. Questa associazione sembrerebbe essere dovuta ai danni che il virus causa a livello dei vasi e ai testicoli, oltre che a problematiche psicologiche scatenate dall’isolamento (lockdown).

I pazienti fragili (diabetici, cardiopatici e ipertesi o con problematiche economiche e sociali) restano i più colpiti. La lesione della vascolarizzazione e dell’innervazione peniena come in caso di traumi o procedure chirurgiche (come l’intervento per il tumore di prostata) può causare la disfunzione erettile. In un caso su dieci invece la disfunzione erettile è legata principalmente a problemi psicologici, in questo caso si parla di disfunzione erettile psicogena. Spesso colpisce pazienti giovani e ansiosi. Il problema peggiora in caso di stress o fattori scatenanti.

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La visita urologica permette di discriminare la disfunzione erettile di tipo multifattoriale da quella psicogena. Importante è la valutazione dei genitali alla ricerca di alterazioni come placche peniene o ridotto volume dei testicoli. Verrà richiesta la valutazione della pressione arteriosa, valori ematici ormonali, l’assetto lipidico e glucidico. Ulteriore ausilio per la diagnosi è fornito dall’ecodoppler penieno basale (col pene flaccido) e dinamico (determinando una erezione farmaco indotta).

Cosa si può fare? Il primo approccio terapeutico prevede la regolarizzazione delle alterazioni ormonali, lipidiche e glucidiche e della pressione arteriosa, l’indicazione ad una regolare attività fisica (quando possibile). Risulta necessario avvalersi dell’aiuto dello psicosessuologo in caso di disfunzione erettile di origine psicogena.

La terapia farmacologica si avvale di farmaci mirati, i celeberrimi PDE5i, il cui capostipite è il ‘Viagra’, la famosa “pillola blu”. Questi farmaci assunti per bocca hanno la necessità dello stimolo sessuale e di una innervazione integra o parzialmente integra per poter svolgere il loro effetto terapeutico. Questi farmaci non possono essere assunti da pazienti con grave scompenso cardiaco o che assumono nitroderivati per il dolore cardiaco. In caso di inefficacia di ‘Viagra’ o simili, sarà possibile utilizzare terapia locale intrauretrale, cioè immettendo il farmaco direttamente nell’uretra, o intracavernosa cioè attraverso una iniezione peniena. Questa tipologia di farmaci permette l’erezione anche in assenza di stimoli sessuali. In pazienti con una attività sessuale sporadica può essere indicato l’utilizzo del vacuum device che aspirando l’aria intorno al pene permette l’afflusso di sangue a livello dei corpi cavernosi. Possibile inoltre l’utilizzo di terapia fisica locale utilizzando le onde d’urto. Nei casi non responsivi alla terapia o in caso di volontà del paziente può risultare indicato il posizionamento della protesi peniena. Le protesi utilizzate sono fondamentalmente di due tipi, la semirigida e la idraulica (la cosiddetta “pompetta”) che mima una erezione spontanea.

Chi è Giuseppe Pizzuto

Dirigente Medico di Primo Livello presso l’ospedale della Murgia “F. Perinei” ASL Bari. Già Dirigente Medico presso l’ospedale “Di Summa-Perrino” di Brindisi. Laureato presso l’Università degli studi di Bari col massimo dei voti. Ha conseguito il diploma specialistico in Urologia e Andrologia presso l’Università degli studi di Torino presidio Molinette con il massimo dei voti. Attivo in ricerca scientifica in campo andrologico e oncologico con studi pubblicati su riviste nazionali e internazionali. Pregresse esperienze formative e lavorative in ambito Medico e Urologico presso: Ospedale Reina Sofia in Cordoba (Spagna), Hospital Universitario da Universidade Federal do Piaui (Teresina, Brasile) Noth Kinangop Catholic Hospital (Noth Kinangop, Kenya) Ospedale San Lazzaro, Alba (Cuneo). Si occupa di Patologia benigna e maligna in campo Urologico e Andrologico con approccio clinico e chirurgico endoscopico, laparoscopico e open. Per saperne di più: https://www.urologo.online