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Intervista al dr Domenico Carone, ginecologo, su “Vaccinazione anti Covid e Riproduzione umana”

Non si ferma il nostro viaggio intorno ai temi d’attualità riguardanti la salute. Nei giorni scorsi abbiamo incrociato il dr Domenico Carone, ginecologo, specialista in Medicina della Riproduzione, Direttore sanitario e Responsabile medico della Clinica Eugin a Taranto, membro del Direttivo nazionale e componente della Task Force ‘Vaccini e Riproduzione’ della SIRU, e gli abbiamo chiesto di fare chiarezza sul rapporto tra il Covid e la fertilità, sull’importanza della vaccinazione in età produttiva e sugli eventuali rischi causati dai vaccini durante i trattamenti riproduttivi

Quanto incide il contrarre il Covid19 con l’infertilità femminile e maschile? 

Per quanto riguarda i dati in letteratura allo stato non esiste alcuna associazione fra COVID in forma sintomatica e/o asintomatica nel breve e medio-lungo periodo e infertilità femminile. In particolare un recente lavoro di ottobre del 2020 condotto dal gruppo Eugin a Barcellona, pubblicato su Human Reproduction, non ha evidenziato la presenza del virus e nessuna possibilità di trasmissione verticale. Più complessa appare la questione nell’uomo dove la presenza di recettori specifici del virus potrebbe indurre una compromissione del potenziale riproduttivo, per cui sono in atto studi di follow up nel medio-lungo periodo.

È opportuno sottoporre a vaccinazione le donne in età riproduttiva?

È opportuno vaccinare la popolazione nel più breve tempo possibile. In relazione a vaccinazione e rischio riproduttivo la mancanza di dati in fase III in donne in gravidanza induce sia per i vaccini a RNA (Pfizer e Moderna) che per i vaccini con virus non replicativi (Astrazeneca e Johnson) a un atteggiamento di cautela ma i dati provenienti dagli Stati Uniti incoraggiano a vaccinare tutte le donne con desiderio riproduttivo giacché l’età materna, sempre più frequentemente avanzata, espone nel terzo trimestre di gravidanza ad un rischio di polmonite interstiziale severa, complicata quattro volte più alta che fuori dalla gravidanza. 

Cosa succede se una donna concepisce nell’intervallo fra due dosi? 

L’esposizione periconcezionale al vaccino non comporta alcun rischio nè al feto e nè alla madre e non richiede per qualsiasi tipo di vaccino uno studio di laboratorio particolare. 

Se una paziente è in procinto ad effettuare un trattamento riproduttivo può fare il vaccino?

I trattamenti riproduttivi possono tranquillamente essere intrapresi, allo stato dei numeri di diffusione della malattia in questo momento, e la vaccinazione può, anzi è preferibile, che per alcune categorie a rischio per motivi di salute o di esposizione professionale (operatori sanitari o caregiver), venga effettuata nel più breve tempo possibile magari con il nuovo vaccino Johnson in monosomministrazione o con i vaccini a RNA che prevedono un breve intervallo fra le dosi (rispettivamente 21 e 28 giorni).

Dopo quanto tempo dalla seconda dose una paziente può affrontare un trattamento riproduttivo?

La reazione anticorpale e l’immunizzazione al COVID risulta stabile in oltre il 98% dei pazienti circa 7-14 giorni dopo la seconda dose per cui i trattamenti riproduttivi possono tranquillamente prevedere stimolazione e transfer embrionario dopo poco tempo dal completamento del programma vaccinale. 

Chi è Domenico Carone 

Laureato in Medicina e Chirurgia, specializzato in Ginecologia e Ostetricia e Patologia della Riproduzione Umana presso Università di Bari, diplomato con Master universitario di II livello in Medicina della Riproduzione presso Università degli Studi di Padova con il massimo dei voti e la lode. Eletto per due mandati  come componente ginecologo del Direttivo della Societa’ Italiana della Riproduzione Umana (SIRU), accreditata presso il Ministero della Salute e con l’incarico di stendere le Linee Guida per la Diagnosi e Terapia dell’Infertiita’ ed Endometriosi. Attualmente è Direttore sanitario e Responsabile medico della Clinica Eugin di Taranto (con ambulatorio a Bari) facente parte del gruppo Eugin che rappresenta, per numero di trattamenti in oltre 45 cliniche fra Europa, Stati Uniti e America Latina, il primo Fertility Provider al mondo (con oltre 40.000 trattamenti di PMA maggiore). È autore di oltre 300 pubblicazioni scientifiche ed ha al suo attivo circa 10.000 trattamenti riproduttivi in tecnica di PMA maggiore come responsabile medico.